dr. Nicola De Marco
Dr. Nicola De Marco

Opera presso la Struttura di Neurochirurgia dell'Ospedale di Sondalo (Azienda Ospedaliera della Valtellina e dell'Alto Lario), ove, a partire dal 2000, in collaborazione con l’Unità Spinale e con l'Unità di Terapia del Dolore, effettua impianti per la somministrazione intratecale di farmaci ed impianti per neurostimolazione midollare e periferica. Dal 2009 è titolare di incarico professionale di alta specialità per la Neuromodulazione. È membro INS (International Neuromodulation Society) e coautore di un recente studio italiano multicentrico sulla neurostimolazione midollare.
Nicola De Marco Si è laureato alla I Facoltà di Medicina e Chirurgia di Napoli nel 1989, discutendo una tesi sul trattamento della malattia di Parkinson. Presso la Seconda Università degli Studi di Napoli ha conseguito la specializzazione in Neurologia nel 1994, con una tesi sui fattori della rigenerazione muscolare.
La collaborazione a ricerche volte ad identificare fattori intrinseci di rigenerazione muscolare, oggetto di varie pubblicazioni, è proseguita fino al 1998.
Nel periodo universitario si è anche occupato di cefalee e sclerosi multipla.
Nel 1999 è entrato a far parte dell’equipe neurochirurgica dell'ospedale Eugenio Morelli di Sondalo. Qui, a partire dal 2000, in collaborazione con l’Unità Spinale e con l’Unità di Terapia del Dolore, ha iniziato ad effettuare impianti per la somministrazione intratecale di farmaci (nel trattamento della spasticità e dei dolori cronici) e per la neurostimolazione midollare e periferica. Dal 2009 è titolare di incarico professionale di alta specialità per la Neuromodulazione.
Ha effettuato numerosi impianti di pompe programmabili per il trattamento farmacologico intratecale della spasticità e dei dolori cronici, altrettanto numerosi gli impianti di neurostimolatori midollari o periferici.
È coautore, nel 2015, di uno studio italiano multicentrico sulla neurostimolazione midollare.
Ha inoltre all’attivo numerosi interventi di chirurgia spinale per il trattamento di ernie discali cervicali e lombari, stenosi ed entrapment radicolari, instabilità vertebrali displasiche e degenerative, interventi di riduzione e stabilizzazione mini-invasiva o a cielo aperto di fratture traumatiche o osteoporotiche.
Cos'è la neurostimolazione?

  • La neurostimolazione, o neuromodulazione elettrica, è una metodologia di trattamento di alcune disfunzioni del sistema nervoso centrale e periferico basata sull’applicazione di impulsi elettrici.
    È particolarmente efficace nelle forme neuropatiche di dolore.
    Rispetto ad altre forme di terapia presenta due sostanziali vantaggi: completa reversibilità ed assenza di effetti farmacologici.
Come funziona

L’esatto meccanismo d’azione non è stato del tutto chiarito. Semplificando, è possibile affermare che la somministrazione di impulsi elettrici in alcune aree del sistema nervoso attiva dei circuiti neuronali in grado di filtrare il dolore eliminandone la componente “neuropatica”, quella cioè non direttamente legata alla effettiva percezione di uno stimolo dannoso, ma derivante da una disfunzione neurologica.

Quali disturbi possono essere curati.
  • dolori radicolari residuanti a uno o più interventi di chirurgia vertebrale (“Failed Back Surgery Syndrome”)
  • polineuropatie
  • distrofia simpatica riflessa o “Complex Regional Pain Syndrome”
  • nevralgia post-erpetica
  • dolori conseguenti a lesioni irreversibili di nervi periferici in conseguenza di interventi chirurgici, traumi o amputazioni
  • fibromialgia
  • nevralgia femoro-cutanea
  • nevralgia trigeminale
  • nevralgia occipitale
  • dolore pelvico cronico
  • cistite interstiziale
Dolori che difficilmente rispondono alla neurostimolazione.
  • dolori acuti, espressione di lesione o patologia di organi o tessuti
  • dolori cronici di origine osteolegamentosa e muscolare conseguenti a fratture, instabilità o sovraccarico articolare.
Una storia lunga

Nel primo secolo dopo Cristo Scribonio, medico romano, descrive l’uso della torpedine (un pesce in grado di emanare scariche elettriche) per curare sindromi dolorose come la gotta e la cefalea.
Tale metodo era ancora utilizzato nel medioevo per curare cefalea cronica, emicrania e sindromi vertiginose. In epoca moderna è Benjamin Franklin ad iniziare esperimenti con l’elettricità per curare dolori ed altri disturbi.

Nel 1871 Beard e Rockwell pubblicano un trattato sull’uso medico e chirurgico dell’elettricità. Nel 1965 Melzack e Wall pubblicano la teoria del “gate control” che pone le basi per la neurostimolazione midollare e periferica. Secondo questa teoria il midollo spinale, in un’area chiamata “sostanza gelatinosa”, filtra i segnali provenienti dai nervi periferici integrando impulsi nocicettivi ed anti-nocicettivi per elaborare le percezioni da inoltrare al cervello.

Nel 1967 Norman Shealy ottiene la completa abolizione del dolore in un malato terminale di cancro impiantando degli elettrodi in prossimità del midollo spinale.

Nel corso dei decenni successivi l’applicazione di impulsi elettrici per modulare l’attività di vie e centri nervosi si è notevolmente sviluppata e diversificata, estendendosi al trattamento di altri disturbi come la malattia di Parkinson e l’epilessia.

COME SI APPLICA LA NEUROSTIMOLAZIONE
  • Le modalità più utilizzate sono la neurostimolazione midollare (Spinal Cord Stimulation: SCS) e la neurostimolazione periferica (Periferal Nerve Stimulation: PNS).